La vita è la manifestazione apparente di un processo esterno ai nostri sensi. Potremo dire che noi siamo agiti se non diventiamo realmente consapevoli di come sia costituito l’essere umano fatto di corpo, anima e spirito. Possiamo vedere il mondo dall’esterno e trovare la caducità di tutte le cose, legate al tempo e allo spazio oppure guardarsi dentro ed iniziare a comprendere la nostra natura divina. Vista da fuori la vita è maja, illusione, poichè è legata alla percezione sensoriale e, come tale, decade alla fine della vita. Se ci consideriamo solamente esseri biologici, con il finire dell’esperienza terrena, tutto si dovrebbe dissolvere mentre se ci consideriamo esseri spirituali incarnati in una forma materiale, la vita assume altro significato: siamo viaggiatori di un percorso che ci porta verso la luce, che è in verità la reale essenza di ciò che siamo. I sensi, la mente, la logica razionale ci chiudono in una sorta di prigione dalla quale non è possibile uscire, se non attraverso una proiezione devozionale o attraverso la consapevolezza. Dio non è solo esterno a noi ma vive dentro di noi e, dopo il trapasso, ci attende il percorso di rinascita. E’ bene iniziare il risveglio prima che la vita terrena cessi, affiché trasformiamo l’illusione di una realtà inconsistente nel progetto della nostra resurrezione, per ora simbolica, ma destinata ad accogliere la realtà vera che è la luce, la gioia e la beatitudine della consapevolezza.